Sono 2,7 milioni gli anziani non autosufficienti nel nostro Paese e solo 200.000 sono presi compiutamente in carico in strutture loro dedicate, altri 600.000 ricevono un’assistenza non proporzionale al proprio bisogno presso il domicilio. Quelli che restano si riversano nel Ssn, alla disordinata ricerca di assistenza e di cure, soprattutto se gratuite. In questo quadro, l’ospedale o le badanti diventano una risposta immediata, anche se potenzialmente inappropriata, all’emergenza familiare. Lo rivela il Rapporto Oasi 2016, l’osservatorio sulle aziende e sul sistema sanitario italiano presentato questa mattina alla Bocconi di Milano, che scatta una fotografia sulla situazione attuale in Italia e delinea una grande sfida per la Sanità e il Welfare per i prossimi anni. Secondo il Rapporto Oasi, mentre si registra un equilibrio economico-finanziario stabile, visto che il Ssn risulta in avanzo di bilancio per il terzo anno consecutivo, ancora oggi permangono forti squilibri territoriali, non in termini di deficit, ma in termini di copertura dei bisogni. La stessa presa in carico dei non autosufficienti è quasi nulla in alcune regioni del Mezzogiorno e la speranza di vita varia a seconda dell’area di residenza e del titolo di studio conseguito. La notizia, ripresa oggi dalle principali agenzia di stampa italiane, evidenzia inoltre che i decisori politici italiani stentano ancora a considerare la sanità un volano di sviluppo economico. E invece i dati Istat relativi al 2014 indicano che l’assistenza sanitaria e sociale, con 149 miliardi, rappresenta il settimo settore dell’economia nazionale per prodotto lordo, il sesto se si aggiunge la produzione di farmaci (24 miliardi).