“Soluzioni integrate e semplificazione al servizio del paziente cronico”. Viviana Ruggieri, External Relations, Market Access and Regulatory Director, Servier Italia

Quali sono i bisogni dei pazienti nella Long-Term Care?

Il progressivo invecchiamento della popolazione, con la conseguente necessità di ripensare all’attuale gestione delle patologie croniche, comporta inevitabilmente l’esigenza di sviluppare soluzioni integrate che accompagnino il paziente nel percorso di cura, non solo nel trattamento della malattia, ma anche a supporto della sua gestione nella vita quotidiana. Gli strumenti digitali sono una risposta alla cronicità e allo sviluppo della medicina personalizzata perché permettono al paziente di fare autodiagnosi, monitorare in maniera costante il proprio stato di salute, interagire con i medici. Nella cronicità, la tecnologia – applicazioni, software, strumenti di autodiagnosi – rappresenta una integrazione fondamentale alla “terapia classica”; essa restituisce al paziente, al medico e ai caregiver una serie di informazioni che, in primis, facilitano l’aderenza terapeutica al percorso di cura definito in base al tipo di cronicità di cui è afflitto. Come Azienda, la nostra visione è proprio quella di proporre soluzioni terapeutiche innovative e complete, associando prodotti medicinali in combinazione fissa che semplificano la terapia a servizi personalizzati con ricadute molto positive sull’aderenza. Il fine ultimo è quello di facilitare la vita delle persone, in particolar modo se anziane, quasi sempre costrette ad assumere più farmaci per diversi fattori di rischio e patologie concomitanti. Più il paziente è complesso, più è necessario fare in modo che l’aderenza possa essere mantenuta nel tempo e nel modo più semplice possibile.

Quali sono le patologie, e in generale le aree terapeutiche, nelle quali un’azienda farmaceutica può rivelarsi un alleato importante sul fronte dell’aderenza?

Fornire strumenti terapeutici efficaci e l’ottimizzazione della terapia sono obiettivi che ci vedono da sempre impegnati in ambito cardiovascolare, un’area particolarmente sensibile in termini di impatto sulla qualità di vita delle persone e sui costi assistenziali a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Le patologie cardiovascolari, infatti, affliggono la maggior parte della popolazione over 65 e avranno un peso sempre maggiore in futuro. Secondo i dati ISTAT, oggi la percentuale più alta di anziani si concentra nella fascia d’età 65-69 anni. Ciò significa che tra vent’anni, come conseguenza dell’allungamento della vita media, una fetta più ampia di popolazione over 70 sarà affetta da queste patologie e consumerà il 70-80% delle risorse disponibili. Per rispondere al bisogno di semplificazione della terapia e incrementare l’aderenza, ci siamo focalizzati sulle combinazioni di farmaci in associazione fissa tra diversi principi attivi destinati al trattamento di più fattori di rischio quali ipertensione e ipercolesterolemia, e di patologie invalidanti come lo scompenso cardiaco e la coronaropatia. Il vantaggio è intuitivo, non soltanto per i pazienti ma anche per il servizio sanitario – chiamato a ottimizzare le risorse e garantire il giusto grado di prevenzione di eventi cardiovascolari maggiori –, e per i medici coinvolti nella presa in carico dello stesso. A tal proposito, il Piano Nazionale della Cronicità, promosso dal Ministero della Salute nel 2016 ed attualmente in fase di implementazione a livello regionale, ha segnato un cambio di paradigma rispetto al passato, sottolineando la necessità di far dialogare di più ospedale e territorio, e prevedendo un maggiore coinvolgimento del medico di medicina generale, in quanto figura più prossimale al paziente over 65, dall’identificazione dei fattori di rischio al follow up della terapia e alla valutazione degli outcome di salute.

L’iniziativa Long-Term Care che si terrà a Roma l’11 e 12 luglio prossimi può essere l’occasione per mettere i diversi attori a confronto sul tema della semplificazione della cura per il paziente?

L’evento promosso da Italia Longeva è un’occasione importante per ribadire, alla presenza di tutti gli interlocutori coinvolti, decisori sanitari in primis, la complessità della presa in carico nella Long-Term Care, che richiede una programmazione puntuale e concreta, con al centro i bisogni dei soggetti più fragili che, in questa fase della vita, non sono necessariamente accompagnati dalla famiglia e non sempre hanno la disponibilità economica per gestire la propria malattia in autonomia. È a questi pazienti, che spesso si trovano dinanzi a barriere burocratiche e organizzative che non integrano i diversi servizi assistenziali sul territorio – non soltanto la medicina – che bisogna dare risposte efficaci e semplificazione. L’evento Long-Term Care ha il merito di accendere i riflettori su questi temi di grande attualità, ma anche di fare proposte concrete di cambiamento, partendo dall’analisi delle esperienze sul campo.